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TECHMED – ELIMINARE IL CORONAVIRUS DALL’ AMBIENTE CON UNA TECNOLOGIA ITALIANA

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In questo podcast torniamo a parlare del coronavirus
e di come l’Italia possa essere decisiva nel combatterlo

Non parliamo delle ricercatrici che hanno isolato il virus allo Spallanzani di Roma, anche perché di quelle meravigliose scienziate i media si sono già abbondantemente occupati. Parliamo invece di due aziende in possesso di tecnologie più che utili nella lotta alla minaccia globale di questo inizio del 2020. E per farlo torniamo un secondo a Niccolò.

Coronavirus, due PMI in prima linea

Ne avrete sicuramente sentito parlare: Niccolò è il diciassettenne di Grado che il 15 febbraio è rientrato in patria dopo una lunga permanenza proprio Wuhan, la città cinese da cui è partito il contagio. Niccolò ha viaggiato su un aereo in modalità di “biocontenimento”, su una barella isolante: ecco, questo trasporto in sicurezza è stato possibile grazie a una tecnologia sviluppata da un’azienda di Vicenza, la Omp Engineering di Dueville. E sempre in Veneto, ma a Padova, è stato elaborato un sistema per eliminare virus e batteri utilizzando una tecnologia concepita per l’industria aerospaziale.

Andiamo quindi a Dueville. La Omp Engineering è una delle più classiche PMI italiane: nasce in famiglia nel settore dell’oreficeria (fortissimo in zona), la portano avanti le generazioni successive (oggi siamo alla terza), si riconverte alla fine degli anni 90 e guadagna i mercati esteri, che rappresentano il 95% del fatturato. I clienti principali sono le forze armate dei paesi del Nord Europa, alle quali la Omp Engineering fornisce il sistema A.T.Isol per trasportare persone affette da patologie altamente infettive. Praticamente, l’azienda produce la barella di cui abbiamo detto poc’anzi, e che già era stata utilizzata sei anni fa per riportare in Italia dalla Sierra Leone un medico affetto da ebola. 

Coronavirus: il sistema A.T.Isol

Come nasce il sistema A.T.Isol? Lo ha raccontato a Forbes Cristina Rodighiero, che è l’operations manager della società oltre che la nipote del fondatore. Rodighiero ha spiegato che nel 2012 l’azienda è stata incaricata dall’Aeronautica Militare di “ingegnerizzare il restyling tecnico di un prodotto già esistente ma ormai vetusto. Si tratta di un sistema per il trasporto aereo in biocontenimento che permette di rimpatriare persone affette da agenti patogeni dovunque essi si trovino nel mondo”. La Omp è l’unica azienda italiana capace di farlo; un’altra è in Israele, ma il loro sistema vale solo per voli di breve raggio. Rodighiero tiene a precisare che A.T.Isol è un prodotto di nicchia, e che il grosso del loro business è su altro; naturalmente, rileva che dal momento della diffusione del coronavirus l’interesse del mondo sanitario è esploso, ma soprattutto sottolinea come la storia del sistema sia “uno straordinario caso di collaborazione tra industria, eccellenze del territorio (i fornitori si concentrano in un raggio di 50 km) e forze armate, nel caso specifico l’aeronautica militare”. 

coronavirus

Coronavirus: il sistema SHU

E adesso andiamo a Padova, non prima però di essere passati da Ningbo, in Cina. Lì opera un’azienda – sempre veneta, la Idrobase – che dopo alcuni giorni di fermo precauzionale ha riaperto lo stabilimento. Come ha fatto? Grazie all’azienda padovana, la Pureairion – che è parte del gruppo Idrobase e che è la madre di un’innovazione validata dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Pureairion fa tecnologia in uso nelle stazioni aerospaziali della Nasa e ha creato un’unità di sanificazione di superfici, capace di eliminare i virus presenti nell’ambiente.

Nello specifico si tratta di un generatore di elettroni chiamato SHU, acronimo di Sanitari Habitat Unit, con il quale si elimina il 95% di batteri, muffe e virus. SHU lo fa attraverso la fotocatalisi, cioè quel fenomeno naturale grazie al quale una sostanza – il fotocatalizzatore – modifica attraverso l’azione della luce (sia essa naturale o artificiale) la velocità di una reazione chimica. In pratica, imita la fotosintesi clorofilliana: il processo chimico, infatti, consiste in un’ossidazione che provoca la decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche, ma salva l’ossigeno e le molecole d’idrogeno.

Quindi SHU assorbe e converte la parte dell’energia luminosa in elettroni. Si tratta quindi di un sistema che non si basa su filtri o sull’attraversamento dell’aria attraverso purificator. Gli ossidanti prodotti dal sistema sono quindi mortali anche per il coronavirus, senza però procurare danni a persone o ad animali.

Come abbiamo detto in un podcast del 20 gennaio, il coronavirus può essere monitorato in tempo reale da una mappa interattiva del Center for Systems Science and Engineering. Oggi, 20 febbraio, i decessi sono 2130 e i contagi 75.751. In mezzo a un allarme che non accenna a ridursi, sapere che l’Italia ha risorse prima linea sul fronte tecnologico per combattere l’emergenza è senza dubbio un’ottima notizia. La Omp Engineerging e la Purearirion sono quella parte di Paese che merita la ribalta molto più spesso di quanto accada. 

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