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TECNOLOGIA E MEDICINA- LA REALTÀ VIRTUALE? ALLUNGA LA VITA!

 

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Ciao. Il podcast di oggi è per tutti quelli che ancora non hanno colto le potenzialità della realtà virtuale ad esempio nel settore medico considerandola roba da nerd e videgamer.

Realtà Virtuale: molto reale, ben poco distopica

Oggi, quando si parla di realtà virtuale si è portati a immaginare una sorta di mondo distopico dominato dai cyborg in cui l’uomo, di fatto, è costretto a soccombere. Questo accade per i meriti dei film di fantascienza di Hollywood ma soprattutto per la mancanza di un’informazione chiara, precisa e senza sensazionalismi.

Proviamo, dunque, a capire qualcosa di più e lo facciamo partendo dalle indicazioni di Gartner, leader mondiale nella ricerca e analisi in ambito ICT, con una premessa che, fuori da ogni etica, morale e retorica, è doverosa: l’uomo ha sempre cercato di andare oltre i propri limiti e potenziare le proprie capacità, basti pensare, semplicemente, a tecnologie che oggi diamo per scontate come occhiali, apparecchi acustici o protesi.

Tra i principali trend tecnologici che vedremo nei prossimi 5/10 anni, Gartner non ha dubbi e inserisce la realtà virtuale che, per chi non ha dimestichezza con il settore, è uno spazio tridimensionale elaborato dal computer in cui è possibile immergersi e interagire come se fosse vero. In che modo?

Con dispositivi informatici come visori 3D, guanti, scarpe o auricolari che trasportano chi li indossa in un mondo digitale assolutamente realistico. Gli ambiti applicativi, certo, sono ancora in buona parte da scoprire ma settori come il gaming, il cinema, il design, e ancora il turismo, il commerciale e l’automotive hanno già intrapreso questo percorso. È però il settore medico quello che lascia intravedere, già oggi, le maggiori potenzialità.

Realtà Virtuale, amica della salute

Tra quelle che si sono già concretizzate e consolidate ci sono operazioni chirurgiche ad alto tasso di difficoltà, la formazione di medici o studenti o i test per nuove tecniche e terapie. Sono gli esempi concreti, però, come sempre, a dare la misura di quello che potrebbe essere partendo da quello che già è. Il primo che presentiamo viene dall’Istituto Auxologico di Milano dove si può sperimentare la TIV, letteralmente Telepresenza Immersiva Virtuale, una tecnologia che offre un approccio innovativo per aiutare il recupero funzionale delle abilità nei pazienti affetti da disturbi cognitivi nelle fasi iniziali, disturbi motori quali ictus o malattia di Parkinson, disturbi psicologici come ansia, fobie e stress.

Realtà Virtuale

Come si svolge la riabilitazione con la realtà virtuale?

Consiste in sedute individuali di 45/60 minuti ciascuna, condotte da un terapista occupazionale, da un fisioterapista o da uno psicologo durante le quali il paziente si muove e svolge semplici attività di tutti i giorni. Grazie al dispositivo immersivo vengono riprodotti su tre schermi e sul pavimento ambienti domestici ed esterni generati dal computer con i quali il paziente può interagire utilizzando un joystick.

Il paziente indossa occhiali speciali simili a quelli utilizzati al cinema per film in 3D con l’aggiunta di sensori di movimento. Così può fare pratica con determinati esercizi sperimentando e sviluppando gradi crescenti di autonomia.

Prevedere. Parliamo della capacità di scansionare i sistemi, identificare le minacce interne ed esterne, riferire sui potenziali rischi, determinare la propria capacità di rispettare normative come il GDPR e ottenere visibilità nella shadow IT. Un buon metodo è quello di affidarsi a piattaforme di gestione delle vulnerabilità chiavi in mano. 

Realtà Virtuale e medicina: i vantaggi

I vantaggi di questa metodica sono immediati: la possibilità di situare l’esercizio riabilitativo in un ambiente che riproduce le caratteristiche degli ambienti di vita; la stimolazione multisensoriale; l’opportunità di adattare la difficoltà degli esercizi in modo dinamico rispetto alle abilità acquisite dal paziente; il monitoraggio sistematico degli indicatori di performance durante l’esercizio riabilitativo.

Un altro buon esempio dell’efficienza dell’applicazione della realtà virtuale alla pratica clinica quotidiana lo offre l’ospedale pediatrico Cesare Arrigo di Alessandria. Qui, prendendo spunto dai modelli americani, i visori 3D sono diventati un valore aggiunto per le procedure non invasive in sala gessi e in sala prelievi, per la medicazione di piccole ferite, per indurre la sedazione e attenuare il distacco dai genitori in sala operatoria. L’obiettivo in questo caso è far sì che i piccoli pazienti non abbiano paura del dolore e dell’ospedale vivendo avventure immersive sotto il mare guidati da un pesciolino alla ricerca di vari tesori o tra i ghiacci del Polo Sud in compagnia di un pinguino.

Per paradossale che possa sembrare, dunque, la salute reale non è mai stati così virtuale…

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