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THE CIO POINT OF VIEW – COVID-19: L’APPORTO DEI CIO E DEGLI IT MANAGER 

 

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1 MAGGIO 2020 – In questo podcast ti raccontiamo come i CIO e gli IT manager delle aziende possano essere molto importanti nella battaglia contro il Covid-19.

Covid-19 e IT: si può fare di più

Se di mascherine continua a essere scarsità – meno che nelle prime settimane di emergenza, ma non è ancora facilissimo trovarle – sicuramente non c’è scarsità tool gratis basati su cloud che promettono di essere di aiuto alle imprese per fronteggiare la crisi da Covid-19. C’è da dire che molti di essi, alla meglio, si limitano a gestire gli effetti collaterali del distanziamento sociale stabilito dalle autorità politiche per contenere la diffusione del virus.

Eppure, si può fare di più. Si può davvero porre le aziende – più precisamente, i reparti che si occupano dell’IT e della gestione dati – in prima linea contro la pandemia, rendendoli validi aiuti nell’identificazione dei casi, nel tracciare la loro diffusione e promuovere misure di prevenzione. E non parliamo solo di aziende mediche o che in generale si occupano di salute, ma di produttori di elettronica di consumi, operatori di reti mobili e addirittura supermercati.

Per esempio, chi sviluppa le app che interagiscono con i monitor e i tracker per l’attività fisica, o con gli smart watch, di fatto siedono su una pila di dati dai quali estrarre potenziali tracce di presenza di Covid-19 o di altre forme influenzali.

I device possono rilevare un battito del cuore o ritmi del sonno anomali: in gennaio, i ricercatori dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla, in California, hanno evidenziato che i trend nei dati estratti da 47249 Braccialetti Fitbit in cinque stati sono stati di aiuto nel migliorare l’accuratezza dei modelli predittivi nella diffusione delle sindromi influenzali.

Quello studio, basato sui dati raccolti tra il 2016 e il 2018, ovviamente non contempla il Covid-19: quando fu pubblicato nel mondo ce n’erano meno di 50 casi. E ovviamente non può servire per le diagnosi individuali, dal momento che si tratta di dati anonimi. Ma sono certamente utili per farci capire come i braccialetti per il fitness possano essere potenziali fonti di informazione sulla diffusione di virus. Allo stesso modo possono esserlo gli smartphone e le app.

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Covid-19: l’apporto delle app

Otto operatori europei di reti mobili – tra cui Vodafone, Deutsche Telekom, Orange e Telefónica – hanno concordato con l’Unione europea la fornitura di dati di localizzazione anonimi dei loro utenti per aiutare nella definizione del modello che predica la diffusione del virus tra la popolazione.

Naturalmente questo ha agitato chi si batte per la tutela della privacy, soprattutto ora che l’ipotesi del contact tracing è seriamente destinata a diventare realtà. Qui su Radio IT ne abbiamo parlato nel podcast dedicato a Immuni, l’app scelta dal governo italiano per il tracciamento dei contagi così da avvertire l’utente che può essere entrato in contatto con qualcuno che – infetto o asintomatico – sia portatore del virus.

Covid-19 e gestione IT dei supermercati

Lasciamo da parte le questioni sulla privacy – non perché non siano importanti, anzi – e continuiamo a parlare ai CIO e agli IT manager, perché sono di fatto gestori di un patrimonio di dati utile allo scopo universale del momento: abbassare la curva dei contagi. Il loro apporto è già stato prezioso nel consentire a milioni di persone di trasformare il tavolo della cucina di casa in un ufficio, per farli lavorare in smart working e rendere davvero effettivo il distanziamento sociale. E però ci sono altre curve da abbassare: per esempio, quelle che descrivono le impennate delle code ai supermercati.

Pur nel divieto di assembramento e nel rispetto dell’almeno un metro di distanza tra le persone, davanti ai supermarket si crea la presenza più fitta di individui. E quindi i reparti IT della GDO, potendo sapere quanti clienti sono in fila, hanno la possibilità di rendere noto il dato e di dare un’informazione a chi deve fare la spesa, mettendolo nelle condizioni di scegliere: la faccio on line, o vado di persona quando c’è meno gente. Esselunga e Coop l’hanno fatto, sviluppando delle apposite app.

Un semplice esempio, ma che dice molto su come professionisti non medici ma dei dati possano giocare un ruolo importante in una battaglia decisiva per lasciarci l’emergenza alle spalle.

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